Terza udienza del processo sul naufragio della Costa Concordia. Come nelle precedenti occasioni Francesco Schettino si è presentato insieme ai suoi avvocati nell'aula del tribunale allestito al teatro Moderno di Grosseto. Per la prima volta il comandante della nave che si abbissò nelle acque del Giglio nel gennaio 2012 ha rilasciato una dichiarazione spontanea: "Se non ci fosse stato l'errore del timoniere la nave si sarebbe fermata, secondo la mia esperienza. Nel momento in cui ho chiesto al timoniere di mettere i timoni a sinistra, l'errore è stato di non farlo, in quel momento la nave aveva un'accelerazione a destra".
La strategia di Schettino e della difesa è chiara: si insiste sulla colpa del timoniere indiano Ruslin che, non capendo l'italiano, quella tragica notte ritardò di 13 secondi sull'ordine di virata di Schettino. Il processo, iniziato intorno alle 10.30 con un'ora di ritardo rispetto al previsto, è partito con l'analisi delle perizie richieste dal gip Valeria Montesarchio e con il parere dell'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone sull'incidenza dell'errore del timoniere sull'impatto con gli scogli. Per l'ufficiale nonostante il ritardo la collisione non si sarebbe comunque potuta evitare. "Calcoli matematici è difficile farli - ha detto Dragone - ma secondo noi esistevano buone probabilità che l'impatto ci sarebbe stato comunque".
Il collegio ha proposto ad inizio udienza tre domande da sottoporre ai periti: quanto incise l'errore di Ruslin sul naufragio? L'avaria ai generatori di emergenza della nave che peso ebbe? Come funzionarono le pompe di emergenza e le porte stagne? Ricordiamo che nel processo Francesco Schettino è l'unico imputato accusato di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, disastro colposo, abbandono di incapace a bordo e mancate comunicazioni alle autorità.
LA RICHIESTA DELLA DIFESA
L'avvocato dell'ex comandante Francesco Pepe ha chiesto al collegio di effettuare una perizia a bordo della Concordia: "Parti della nave sono venute a galla e ci si può cominciare a lavorare. Potremo accertare la verità e capire quanto accaduto solo dopo una serie di nuove perizie su apparati come, per esempio, i generatori di emergenza, le porte stagne, il funzionamento dei bracci delle scialuppe di salvataggio".

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